Juanpa Cadario: 34 AC, Venezia Challenge sería el último equipo inscripto

34 AC, Venezia Challenge sería el último equipo inscripto


Fuente info Venezia Challenge

FILLED THE CHALLENGE – DEPOSITATA LA SFIDA
March 30th, 2011

ENGLISH – On March 29, 2011, the company Venice Challenge Srl filed the challenge at the Golden Gate Yacth Club of San Francisco on behalf of the Rowing Club Roggero di Lauria in Palermo, requesting officially the registration for the 34th Challenge America’s Cup .

ITALIAN – In data 29 marzo 2011, la società Venezia Challenge srl ha depositato la sfida presso il Golden Gate Yacth Club di San Francisco per nome e conto del Circolo Canottieri Roggero di Lauria di Palermo, chiedendo quindi ufficialmente l’iscrizione alla 34a America’s Cup.

Más de venezia Challenge, Fuente info Corriere della Sera

Sotto lo spinnaker, l'Italia Così salpa Venezia Challenge
Lanciata la sfida a Oracle per la 34ª Coppa America

MILANO - Come si diventa l'undicesima barca italiana in Coppa America dal 1851 ad oggi? «Si va in banca. Si fa un bonifico di 25 mila dollari agli organizzatori, che vale come quota d'ingresso. Si aspetta la telefonata del San Francisco Yacht Club, il circolo del defender Oracle, che confermi l'iscrizione alla 34ª edizione» risponde Carlo Magna, l'imprenditore che insieme all'avvocato-socia Emanuela Pulcino è riuscito nel piccolo miracolo di regalare un sogno alla nobile arte marinara italiana nel salotto buono della grande vela mondiale: l'America's Cup, nel 2013 (per i tempi velici, dopodomani), a San Francisco.

La conferma oggi: Venezia Challenge, brand di notorietà planetaria (il logo è depositato alla Camera di Commercio di Milano dal luglio dell'anno scorso contro le imitazioni e i tentativi di polemica del sindaco della laguna, Giorgio Orsoni: «733 marchi a livello internazionale contengono la parola "Venezia"» precisa Pulcino) e guidone del Club Canottieri Roggero di Lauria di Palermo, insieme a Mascalzone Latino, che dell'evento sarà challenger of records (cioè rappresentante degli sfidanti), formerà la flotta nostrana nella baia più bella del pianeta. Dalla bisnonna Azzurra ('83) ne è passata di acqua sotto la chiglia: due barche nell'87 (Azzurra e Italia), l'indimenticato Moro nel '92 (ma, al di là del nome, non è nella scia del veliero di Gardini che nasce quest'avventura), l'imperitura Luna Rossa nel 2000, la Luna e Mascalzone nel 2003, infine il terzetto 2007 (Luna Rossa, Mascalzone e +39), sembrava il canto del cigno e invece rieccoci qua, il mare di Coppa è sempre più povero di pesci (e dollari) ma l'Italia è viva e lotta insieme a francesi, neozelandesi, australiani, svedesi e cinesi, all'arrembaggio del ruolo di sfidante ufficiale di Oracle.

Per parlare di uomini - la selezione dell'equipaggio è affidata al team manager Cesare Pasotti, controllare i costi salvaguardando la qualità è il suo imperativo categorico: molti giovani, anche stranieri, e magari un marinaio d'esperienza come totem piantato al centro del team -, c'è tempo. Oggi preme sottolineare la virata decisa con cui chi era definito «fantomatico» dai soloni dell'ambiente fino all'altro giorno si è trasformato in una realtà, da zucca a carrozza in due anni circa, spesi a propagandare un concetto nuovo di vela, la barca come azienda e le regate come spot del sistema-paese, tanto che al Ministero dello Sviluppo economico qualcuno si è accorto di Venezia Challenge, il progetto di portare in giro per il mondo l'eccellenza del made in Italy (lusso, enogastronomia, turismo) sotto uno spinnaker che dal Nord al Sud unisce l'Italia piace anche alla politica, navigare senza farsi dare un colore sarà responsabilità di chi tiene la barra.

«Prima c'era la credibilità, ora anche la concretezza. Abbiamo accordi sottoscritti con aziende importanti, altri in fieri. Daremo spazio a chiunque voglia cavalcare l'onda» racconta in slang marinaro, lui che velista proprio non è, Magna. Quella collaborazione che è mancata nelle istituzioni veneziane, Venezia Challenge l'ha trovata in Sicilia, sfumato l'accordo con la Società Canottieri Marsala («Sono rammaricato dell'occasione persa ma auguro al team tutto il bene possibile» dice il presidente Albertini) è stata trovata al volo l'intesa con il Lauria di Palermo («Ho sposato d'istinto un progetto ambizioso e bellissimo, senza riserve. Non siamo né veneziani né siciliani: nell'anno del 150° dell'Unità siamo più italiani che mai» chiosa solenne il presidente Vitale), e non sarebbe un delitto, a questo punto, immaginare Francesco Bruni, sfolgorante talento messosi in luce con l'ultima generazione di Azzurra, skipper della nuova crociata, se non fosse che Checco naviga già da un po' coi Mascalzoni, con i quali è già derby prima di cominciare.

Le basi operative saranno Trapani (che probabilmente ospiterà una tappa delle America's Cup World Series, cioè il circuito di regate che ci traghetterà da luglio fino al 2013) e Marsala. Due Università (la Federico II di Napoli e quella di Firenze) supporteranno la fase di ricerca, progettazione e sviluppo di scafo e ala rigida del catamarano Ac72, con cui si correrà nel Pacifico. «Porte aperte a chiunque voglia collaborare. Anche a Venezia vorremmo lasciare un valore: chiameremo a raccolta i cittadini, vorremmo che fossero nostri amici». Prossima spesa: 300 mila euro per bloccare l'Ac45, il catamarano piccolo su cui si farà esperienza in vista delle regate vere (700 mila euro, in totale, per portarselo a casa). A proposito, verrà anche il momento di parlare di soldi.
Oggi, però, contano solo vento, mare e sogni.

Gaia Piccardi